Faccia a faccia con se stessi

Parlare di sé non è mai facile, sia che ci troviamo davanti amici, parenti o perfetti sconosciuti. Non è facile neanche davanti a sé stessi.

Ma… ci provi, ti lasci convincere, trascinare dalla curiosità di conoscerti meglio, di capirti.

Io ho iniziato parlando con mia zia, in una specie di terapia familiare. Ho così scoperto l’esistenza dell’enneagramma: uno studio, antichissimo, che può aiutarti a definire la “classe“ del tuo carattere, per poi conoscerlo nelle sue sfaccettature, anche le più nascoste, e permetterti di imparare e correggere quegli aspetti che, a te per primo, non stanno bene.

Nell’entusiasmo di conoscere e conoscermi ho partecipato ad un incontro dove si parlava della protagonista di un film in relazione all’enneatipo numero cinque e… mi sono ritrovata in un ambiente pieno di persone sconosciute che parlavano di Amélie ma io avevo l’impressione che stessero parlando di me.

L’emozione principale è stata l’imbarazzo e avevo paura di quello che avrebbero potuto dire, ma avevo ancora più paura di non riuscire a controbattere.

Si discuteva di un soggetto che vive nel suo mondo, nei suoi spazi, sempre con il passo pronto ad aiutare gli altri, ma quando è ora di fare qualcosa per sé si blocca, ed è lui/lei/io ad aver bisogno di aiuto. Si discuteva dell’istinto di rifugiarsi in sé stessi, di parlare poco “per non creare danni”, dell’impuntarsi prendendo fortemente una decisione per poi perdersi per strada, abbandonare tutto, non trovare il coraggio e la motivazione di andare fino in fondo.

Trovarsi faccia a faccia con la descrizione di sé stessi non è così semplice e facile da accettare e da gestire. Ma se hai il giusto appoggio, un minimo di consapevolezza e l’intelligenza di capire ed accogliere tutte le facce del tuo diamante, soprattutto quelle che non ti piacciono, subentra il tentativo di cambiare prendendo decisioni per te “contro natura“, come quella di partire, senza pensarci su troppo, per un viaggio in Burundi, o quella di scrivere un articolo decidendo, consciamente, di parlare di te stesso.

Ma… è difficile, difficilissimo. Sembrano piccole cose, e invece, sono enormi e faticosissime decisioni per le quali, almeno nel mio caso, devi lavorare e combattere l’istinto di dire «Ma che sto facendo, io sto bene così; perché devo rischiare di stravolgere la mia vita con il pericolo di peggiorare le cose?».

Francesca Sica
nel Giornalino dell'Associazione
aprile 2009 - pagina 2
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