Se l'ombra ci dà fastidio

Quando Peter Pan, nella celeberrima favola di Barrie, si accorge che sta perdendo la sua ombra, chiede a Wendy di ricucirgliela. Del resto come avrebbe potuto vivere senza?

Pensate quanto sarebbe piatta l’immagine rappresentata in un quadro o sullo schermo se non avesse l’ombra. L’ombra dà la dimensione della profondità, dello spessore di una persona o di un oggetto.

Anche noi senza l’ombra saremmo persone… a metà.

Senza scomodare Jung, capiamo da soli che essa corrisponde a quanto di noi, pur appartenendoci in modo inconfutabile, non è… illuminato. Quindi, il nostro bagaglio di paure infantili, i nostri pregiudizi, i condizionamenti che ci impediscono di agire liberamente, le rabbie, gli impulsi più insani di odio o di vendetta… Insomma tutto quello che di noi non ci piace, non vorremmo avere e, spesso, molto spesso, neghiamo di avere.

Purtroppo, però, essendo creature umane, l’ombra non possiamo… scucircela... Anzi, ne abbiamo bisogno, non solo perché ci dà profondità e spessore come persone, ma perché definisce la peculiarità del nostro carattere e ci dà ragione e stimolo a lavorare per… illuminare tutti gli aspetti più bui e sciogliere, per quanto è possibile, le catene e i limiti che rendono spesso così pesante e infelice la nostra vita.

Guardiamola allora questa “ombra”.

Certo occorre innanzitutto riconoscere di averla. Chi si ritiene perfetto (“Io non sbaglio mai!), chi crede di essere diventato un guru, un santo o uno yogi non accetta di averla e vivrà sempre dissociato da lei e… dalla realtà.

Questo vuol dire che la sua ombra si è dissolta? Neanche per sogno.

L’ombra ci accompagna fino alla morte.

Quello che essa contiene e rappresenta va osservato, senza giudizio o rifiuto. È roba nostra.

Ha cominciato a formarsi fin dalla nascita con “il materiale” che in famiglia e nell’ambiente sociale e culturale in cui ci siamo trovati a nascere, abbiamo assorbito e fatto nostro: schemi mentali, comportamenti, modi di gestire o negare le emozioni, modi di reagire alle situazioni esterne… Tutto quanto apparteneva ad altri, a chi ci accudiva (che, a sua volta, era stato reso schiavo dai condizionamenti del proprio personale ambiente) è diventato parte integrante della nostra ombra, non essendo noi in grado di esercitare un giudizio critico, necessario alla scelta.

È una catena, un bagaglio di limiti e miserie che l’umanità si passa di generazione in generazione.

Ma ad ogni passaggio se ne può togliere una parte.

In che modo? Sviluppando la consapevolezza di ciò che realmente siamo.

Negare o proiettare sugli altri i nostri difetti (piccole ombre), non aiuta in questo percorso.

Guardare, osservare e… accoglierli come parte di noi è invece un modo per scoprirne le cause e le motivazioni che li tengono ancora presenti e attivi.

Se ad esempio ci sentiamo perennemente vittime e accusiamo gli altri di non darci il giusto, forse c’è un piccolo io dentro di noi (ombra) che si comporta da bambino accusato ingiustamente e vuole riconoscimento e accoglienza (e magari vendetta) in chi non c’entra niente con il nostro passato. Chiediamoci se possiamo fare qualcosa per questo bambino, noi che ora adulti ne abbiamo la responsabilità. Che non continui a mettersi in condizione di essere sempre maltrattato!

Quando puntiamo il dito contro un “diverso” o contro il “mostro” stupratore, forse stiamo proiettando le nostre paure e le nostre insicurezze e, come nelle favole, cerchiamo di porre fuori da noi gli impulsi che percepiamo insani e malvagi.

Incontrare e conoscere la propria ombra porta al desiderio non di distruggerla (cosa impossibile come abbiamo detto sopra) ma di integrarla nella luce della nostra vita cosciente e proiettata verso il bene.

È necessario acquisire umiltà, vale a dire contatto con la realtà della nostra umanità ferita ma possibile di guarigione, imperfetta ma perfettibile.

Vale a dire onestà nella relazione con l’altro che non posso più giudicare “mostro” perché vedo uguale a me, nel profondo della mia ombra ancora non integrata.

È un grosso passo verso la costruzione di una società nuova basata sull’accettazione e sulla comprensione reciproca.

È un passo necessario nel cammino della vera pace
Related Posts with Thumbnails